Coronavirus in Italia: nuova zona rossa dopo il lockdown, il Sindaco chiude la città

Una frazione dell’Abruzzo è stata dichiarata zona rossa: la decisione del Sindaco e cosa succede adesso?

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Stiamo vivendo un periodo particolare. L’emergenza Coronavirus, dopo averci fatto un po’ respirare a luglio sembra essere tornato. Bisogna leggere i dati: molti più tamponi equivalgono a molti più casi e, va detto, che il numero delle terapie intensive fortunatamente non è nemmeno vicino a quello di marzo e aprile. Tuttavia si aprono nuovi focolai e c’è chi decide di chiudere una intera città per sicurezza. Come è successo in Abruzzo.

Covid-19, dove è stata istituita la nuova zona rossa?

Siamo in Abruzzo e come riporta Repubblica, il Sindaco di Lucoli, Valter Chiappini ha deciso di istituire la zona rossa nella frazione di Casamaina per via di 12 casi di positività al Coronavirus nei giorni scorsi. Nonostante sia emerso che la positività riguardava un unico nucleo familiare il Sindaco del comune che si trova in provincia de L’Aquila ha deciso di voler effettuare tamponi a tappeto a tutti i residenti della frazione e poi a tutto il Comune. Così è arrivata la decisione: una zona rossa che rimarrà in vigore da questa sera fino al 1° settembre.

I cittadini saranno così sottoposti a tampone proprio per evitare che il virus si diffonda e che possa quindi nascere un nuovo focolaio. Una decisione forse estrema, ma necessaria poiché i casi in Italia stanno notevolmente aumentando.

Coronavirus in Italia: la situazione oggi

La situazione Coronavirus in Italia infatti non è delle più rosee. Sebbene si debba sempre cercare di guardare al contesto generale e non solo ai singoli numeri, anche l’ISS ha dichiarato che i contagi potrebbero aumentare ancora soprattutto con il via della stagione scolastica imminente. L’allerta quindi resta alta e si deve imparare a convivere veramente con il Coronavirus. Bisogna tenere le mascherine, rispettare le distanze e continuare a igienizzarsi le mani facendo sempre attenzione a ciò che ci circonda. Sono attenzioni banali, ma cruciali per evitare che i numeri salgano e che soprattutto si tornino a vedere i numeri elevati nelle terapie intensive. È questa, a oggi, la cosa più importante.

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