Coronavirus, “Sono protetti dalle forme più gravi”: spunta l’interessante studio

Un nuovo studio rivela che essere allergici protegge dalle forme più gravi di Coronavirus: ecco di cosa si tratta nel dettaglio.

coronavirus studio
Ecco un interessante studio riguardo alcuni pazienti affetti da Covid

Continuano ad aumentare in Italia i casi di Coronavirus: al rientro dalle vacanze il virus ha cominciato a circolare nuovamente in maniera aggressiva, colpendo tantissime persone. Nelle ultime 24 ore sono stati segnalati 1326 casi con un record di tamponi: oltre 100 mila! Molti casi sono asintomatici ed ora, con l’inizio di una nuova stagione, quella influenzale alle porte, si rischia di confondere una semplice influenza dal Covid! I sintomi delle due malattie sono più o meno simili (febbre, tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie): l’unico modo per ottenere una diagnosi è sottoporsi al tampone. Sono tanti gli studi fatti sul Coronavirus, la pandemia per la quale ancora non è stato trovato un vaccino. La rivista scientifica dell’EAACI (Accademia Europea di Allergologia e Immonulogia) però ha scoperto un dato importante che riguarda alcuni soggetti: ecco di cosa si tratta.

Coronavirus, “Sono protetti dalle forme più gravi”: spunta l’interessante studio

Su Allergy è spuntata una nuova ricerca: si tratta di una rivista scientifica dell’Accademia Europea di Allergologia e Immonulogia che ha rivelato un interessante studio sul Coronavirus e sui pazienti di cui ne soffrono. Uno studio di Enrico Scala (Istituto Dermopatico dell’Immacolata, Roma) e Riccardo Asero (Clinica San Carlo, Milano) ha scoperto che essere soggetti allergici protegge dalle forme più gravi di Coronavirus. Tra i pazienti positivi al Covid ci sono alcuni allergici che hanno sviluppato una forma meno grave dell’infezione. “L’infezione da Sars-Cov-2 uò indurre un ampio spettro di conseguenze che vanno dall’infezione asintomatica a forme di polmonite estremamente gravi. In alcuni casi viene indotta una cosiddetta ‘tempesta citochinica Th1’, cui segue una vera e propria autoaggressione del sistema immunitario, con produzione di elevatissimi livelli, tra gli altri, di IL-6, in grado di generare una sindrome da distress respiratorio acuto (Ards) ed una insufficienza multiorgano, il cui risultato finale è la morte” si legge in una nota. I pazienti allergici sono predisposti a generare una risposta immuno-mediata di tipo differente: Th2, spiegano. “Abbiamo pertanto ipotizzato – spiegano i ricercatori – che i pazienti allergici fossero meno inclini all’infezione da Sars-CoV-2 o potessero avere un’infezione meno grave“. Gli esperti hanno studiato più di 500 pazienti ricoverati nel Nord Italia tra marzo ed aprile scorso ed hanno dimostrato che i soggetti atopici avevano un’incidenza minore di polmonite indotta dal Covid rispetto ai pazienti non allergici (i dati in percentuali: 33,3% vs 67,7% nei pazienti non allergici).

Lo studio è stato realizzato da Enrico Scala, Damiano Abeni, Mauro Giani e Antonio Sgadari (dell’Idi Irccs), Alberto Tedeschi, Francesca Saltalamacchia dell’Ospedale di Bergam, Giuseppina Manzotti della Casa di Cura Palazzola a Bergamo. Baoran Yang dell’Asst Carlo Poma, Mantova, Paolo Borrelli dell’Ospedale Beauregard (Aosta), Alessandro Marra del Presidio ospedaliero Rho (Milano) e Riccardo Asero (Clinica San Carlo, Paderno Dugnano, Milano).

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