Mahmood, l’infanzia difficile: “La rabbia è arrivata dopo…”, il racconto

Mahmood, l’infanzia difficile e il rapporto con il padre che l’ha abbandonato: “La rabbia è arrivata dopo…”, il racconto toccante del cantante

Mahmood, l'infanzia difficile: "La rabbia è arrivata dopo...", il racconto
Mahmood, l’infanzia difficile: “La rabbia è arrivata dopo…”, il racconto (instagram)

E’ senza ombra di dubbio una delle personalità più amate e più in voga degli ultimi anni del mondo della musica. Ha iniziato a spopolare l’anno scorso dopo la vittoria inaspettatissima a Sanremo. Una vittoria che nessuno si sarebbe aspettato e che all’epoca fece infuriare e non poco il favorito della competizione, il secondo classificato Ultimo. L’artista è uno dei cantautori e autori più seguiti e richiesti del momento. Le sue opere colpiscono dritto al cuore e le musicalità orientali sono impossibili da non ballare. Che dire, Mahmood è un vero e proprio fenomeno musicale. A colpire maggiormente del ragazzo è certamente oltre alla bravura, anche il suo modo di vedere il mondo e la sua infanzia difficile che lo rendono molto vicino alle esperienze di vita di molti ragazzi al giorno d’oggi. Infanzia difficile e il sogno della musica che lo ha portato e lo porterà ancora lontanissimo, perché di talento ne ha da vendere.

Mahmood, l’infanzia difficile: “La rabbia è arrivata dopo…”, il racconto

Come un pugno dritto allo stomaco il ragazzo riesce a catturare l’attenzione di tutti su di se con la sua semplicità, la spontaneità e il modo di vedere il mondo semplice e genuino. Non rinnega le sue origini, ma sente l’appartenenza al suolo italiano più forte che mai. In una lunga intervista al ‘Corriere’ ha voluto spiegare alcuni dettagli della sua infanzia difficile, segnata dal rapporto quasi inesistente con il padre. L’uomo lo ha abbandonato quando aveva solo 5 anni e da allora ha vissuto sempre solo con la madre. Da allora è passato molto tempo e i due non sono riusciti a ristabilire un rapporto solido e duraturo.

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Anzi, pare che i due si allontanino sempre più e al ‘Corriere’ ha dichiarato: “Avevo cinque anni. Sono rimasto uguale. Mia madre si preoccupava perché le chiedevo “mamma mi porti al parco?” e non “dov’è papà”?…Ero così piccolo… I momenti di rabbia sono venuti dopo e li ho superati. Però, ho scritto Soldi perché avevo bisogno di fissare i ricordi di qualcosa che poteva andare meglio… Da bambino uno sfogo e, crescendo, lo scopo primario. Finito il liceo, facevo il barista all’alba e al mattino per poter studiare pianoforte il pomeriggio“. Un racconto davvero molto intimo e toccante.

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