Maurizio Costanzo e Maria De Filippi, le parole dell’autista sull’attentato: il retroscena sconvolgente

Le rivelazioni di Stefano Degni, l’autista della vettura su cui viaggiavano Maurizio Costanzo e Maria De Filippi il giorno dell’attentato.

Attentato Maurizio Costanzo
Attentato Maurizio Costanzo, le parole dell’autista: il retroscena mai svelato (Youtube)

Nel passato di Maurizio Costanzo e sua moglie Maria De Filippi c’è un dramma che gli anni non potranno mai cancellare: parliamo dell’attentato di stampo mafioso che il giornalista riuscì a scampare per volere della sorte ma di cui sarebbe stato inequivocabilmente il destinatario. Costanzo è di sicuro tra i giornalisti che hanno fatto la storia della televisione italiana, indimenticabili le sue trasmissioni, come ‘Bontà loro’ e ‘Maurizio Costanzo Show’, per citarne solo alcune. Sempre schietto e senza peli sulla lingua, questa sua caratteristica ha avuto però anche il risvolto della medaglia quando il 14 maggio del 1993, in via Fauro, Cosa Nostra attentò alla sua vita e a quella di sua moglie. Fortunatamente la coppia riuscì a salvarsi insieme all’autista: proprio quest’ultimo, in un’intervista al Corriere della Sera, fece alcune rivelazioni su quel terribile episodio. Vediamo cosa dichiarò l’uomo al quotidiano.

Attentato Maurizio Costanzo, il racconto dell’autista

Stefano Degni racconta così quel terribile episodio: Maurizio Costanzo e Maria De Filippi erano sul sedile posteriore insieme al cane lupo Liù. Nello svoltare in via Boccioni, un’esplosione: la macchina, un Mercedes, saltò in aria e ricadde sul fianco, macerie ovunque. Costanzo, che aveva capito cosa era appena accaduto, disse: ‘Mamma mia, questa era per me’. La De Filippi urlò e aprì lo sportello, trascinata dal cane che fuggì via impaurito. Costanzo chiamò urlando la moglie, poi vide che camicia di Degni era macchiata di sangue. I tre poi scamparono alla morte anche in un secondo momento, quando un sicario si avvicinò loro per assicurarsi che fossero rimasti uccisi dalla bomba, ma fu costretto a scappare per l’arrivo delle forze dell’ordine: “Noi ci eravamo rifugiati dentro l’androne del palazzo distrutto e fui io a spingere il portone, tra i calcinacci, per chiuderci dentro. In quel momento si sentirono le sirene che stavano arrivando e il sicario fuggì. Un secondo miracolo”. Sicuramente di fondamentale importanza quindi il ruolo dell’autista, secondo il quale gli attentatori avrebbero atteso come segnale l’accensione degli stop come prova che l’auto stava per svoltare in via Boccioni: “Invece di toccare il freno, levo semplicemente il piede dal gas e la Mercedes rallenta di botto, senza che si accendano gli stop. Questo li ha confusi”. Eppure, Stefano Degni ritiene di non aver ricevuto grandi dimostrazioni di gratitudine da parte di Costanzo e sua moglie: la terribile esperienza gli ha causato “danni fisici e psichici” oltre a quelli economici, circa 200 milioni di lire. “La macchina me la calcolarono solo 8 milioni, quando ne valeva 42. Per i danni fisici e psichici, lo choc, la polvere di vetro negli occhi, che ho tuttora, ho ricevuto 20 mila euro, e sa quando? Nel 2010”.

Attentato Maurizio Costanzo
Attentato Maurizio Costanzo, le rivelazioni dell’autista: il retroscena inaspettato (Youtube)

Molti hanno supposto che Degni fosse stato ricompensato chissà con quale cifra, ma lui precisa che l’unico regalo ricevuto è stato uno svegliarino Jaeger-LeCoultre, un oggettino vintage di grande valore, ma pur sempre un orologio.

 

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