Coprifuoco, arriva la reazione di Giuseppe Conte alle proteste in Italia

Coprifuoco, arriva la reazione di Giuseppe Conte alle proteste scoppiate in Italia; cosa ha deciso il premier.

giuseppe conte
Coprifuoco, arriva la reazione di Giuseppe Conte alle proteste scoppiate in Italia; cosa ha deciso il premier. (Fonte Getty Images)

Un clima di forte tensione, quello che si respira in molte città d’Italia negli ultimi giorni: cresce sempre di più il malcontento per il nuovo Dpcm. Tutto è partito da Napoli, lo scorso venerdì sera, per poi proseguire a Roma, Milano e Torino. Manifestazioni di protesta anche a Lecce e Trieste, e in tantissime altre città e paesi della nostra nazione. Migliaia di persone si uniscono e scendono in piazza per manifestare contro le misure restrittive del nuovo dpcm, annunciato dal premier Giuseppe Conte lo scorso 25 ottobre. Manifestazione in cui non sono mancati episodi di violenza: fumogeni, bombe carta, cassonetti incendiati e vetrine di negozi distrutte. Scene di vera e propria guerriglia urbana arrivano da ormai ogni angolo d’Italia. Ma qual è la reazione di Giuseppe Conte a quanto sta accadendo nel nostro Paese? Ebbene, il presidente del Consiglio non ha intenzione di fare passi indietro.

Coprifuoco, arriva la reazione di Giuseppe Conte alle proteste in Italia: nessun passo indietro

Giuseppe Conte non cambia idea e resta fermo sulle decisioni prese negli ultimi giorni. Nonostante le continue e sempre più preoccupanti proteste nate nelle varie città italiane, il premier sa che solo con misure restrittive importanti è possibile frenare l’ascesa della curva dei contagi di Coronavirus. A Il Fatto Quotidiano, il premier dichiara: “Non abbiamo deciso queste chiusure indiscriminatamente. Tutte le misure messe in campo rispondono alla necessità di tenere sotto controllo la curva dei contagi”. Nessun passo indietro quindi per Conte, che ammette la delicatezza del momento: “La politica, e questo vale soprattutto per chi è al governo, deve saper dar conto delle proprie scelte ai cittadini, assumersi le responsabilità delle proprie azioni e non soffiare sul fuoco del malessere sociale”.

(Fonte Google)

Un malessere ormai sempre più evidente. Il nuovo dpcm, per molti, è un ‘mini-lockdown’ e a ribellarsi sono soprattutto ristoratori e gestori di bar, contrari alla chiusura delle attività alle ore 18.00.

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