Il governo ha appena approvato il Decreto Ristori, contenente misure volte ad aiutare ristoranti e palestre dopo la chiusura ‘forzata’
L’ultimo dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte prevede la chiusura delle attività di ristorazione alle ore 18, ma anche di palestre, cinema, teatro e piscine. Il presidente del Consiglio aveva promesso aiuti per le categorie maggiormente colpiti dalla crisi, in particolari per i ristoratori e i lavoratori dello spettacolo. Poco fa è stato firmato il Decreto Ristori, che contiene delle misure volte ad aiutare ristoranti e palestre.
Coronavirus, approvato il Decreto Ristori: le misure
Il Consiglio dei ministri, appena concluso, ha approvato il Decreto Ristori, il documento contenente le misure di sostegno economico annunciate dal premier Giuseppe Conte, per quelle attività penalizzate dalle ultime restrizioni introdotte dal governo. Per le indennità a favore delle attività colpite dalle nuove misure restrittive, come bar e palestre, sono stati stanziati 2 miliardi di euro. Rispetto a quanto ricevuto dopo il lockdown, gli indennizzi ora raddoppieranno. Riguardo alla proroga della cassa integrazione, i datori di lavoro che sospendono o riducono l’attività lavorativa a causa del COVID-19 possono presentare domanda di concessione dei trattamenti di Cassa integrazione ordinaria, Assegno ordinario e Cassa integrazione in deroga per una durata massima di sei settimane. Nel nuovo decreto, inoltre, viene anche riconosciuta un’ulteriore mensilità di reddito di emergenza ai nuclei già beneficiari e sono previste delle nuove indennità per i lavoratori stagionali del turismo, degli stabilimenti termali e dello spettacolo. Si prevede infine l’esonero straordinario del versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura.
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Con queste nuove misure, inserite nel Decreto Ristori, il governo spera di migliorare la condizioni dei lavoratori colpiti dall’emergenza epidemiologica. Il paese versa in una grave crisi e l’insofferenza dei cittadini è sfociata ormai per le strade.