Intervista esclusiva a Giulia (Luzi): “Prescindere da te” il nuovo singolo, un messaggio universale

La redazione di Sologossip intervista in esclusiva la talentuosa Giulia (Luzi) a pochi giorni dall’uscita del suo nuovo singolo “Prescindere da te”: ecco il suo “messaggio universale”.

Giulia Luzi intervista
La redazione di Sologossip intervista in esclusiva la talentuosa Giulia (Luzi): ecco il suo nuovo singolo “Prescindere da te” (fonte immagine agenzia 361ComunicAzione)

Giovanissima e piena di talento, acclamata dal pubblico e dalla critica: ha partecipato al Festival di Sanremo nel 2017 in coppia con Raige ed è stata protagonista di “Romeo e Giulietta-Ama e cambia il mondo” con un debutto esplosivo all’Arena di Verona. Parliamo della strepitosa Giulia Luzi, in arte solo “Giulia” che è tornata con un nuovo incredibile singolo dal titolo “Prescindere da te”: ecco il suo “messaggio universale”. Seguita da oltre ottantamila follower sul suo profilo Instagram, non solo talentuosa, ma anche dotata di un carattere solare e pieno di energia. Giulia ha concesso a Sologossip un’intervista esclusiva. Gentile, disponibile e di una semplicità disarmante, ecco cosa ci ha raccontato.

“Prescindere da te”, Giulia: intervista esclusiva

Giulia, la tua carriera è iniziata da giovanissima, raccontaci: com’eri da bambina?

Sono cresciuta con un papà appassionato di musica, in particolare italiana e con tutte le belle canzoni del passato. Dei grandi cantautori italiani, da Morandi, che ho avuto il piacere di conoscere, a Battisti, Lucio Dalla. La prima canzone in assoluto che ho cantato d’avanti ad un pubblico è stata all’età di tre anni, sul palco di un villaggio in cui andavo con la mia famiglia. Inizialmente con il mio papà che sorreggeva il microfono, poi ho preso tanta confidenza con il palco che gli ho detto: “Papà, da sola, vai“. Fa capire quanto la musica abbia sempre fatto parte di me.

Che rapporto avevi con la scuola, come gestivi il lavoro e gli studi?

A ripensarci adesso, non è stato facile, ma allo stesso tempo ricordo che non ho mai avuto grandi problemi. Ho un carattere molto inquadrato, sono del Capricorno, determinata, testarda, organizzata. Sapevo quando era il momento dello studio perché magari dovevo recuperare un pomeriggio passato in sala di doppiaggio. Sono sempre stata molto organizzata, è una cosa che ho portato con me fino al liceo: ho preparato la maturità durante le prove per “Romeo e Giulietta“.

Com’è stato prestare la voce a dei personaggi che sono i simboli dell’infanzia per molti bambini, come la Sirenetta e Hanna Montana?

Era bellissimo, molto divertente. Chiamo il doppiaggio: “il mio parco giochi dell’infanzia“. Tanti miei coetanei, giustamente, dopo la scuola uscivano al parco con gli amichetti cosa che i bambini fanno. Io spesso trascorrevo i pomeriggi in sala doppiaggio e per me era la cosa più divertente del mondo. Non l’ho mai vissuta come un lavoro o qualcosa che non mi andava di fare. Ero felicissima, non vedevo l’ora di scoprire cosa avrei cantato quel giorno. Un’esperienza che mi ha formata moltissimo, mi ha insegnata a muovere i primi passi nel mondo del lavoro già a nove anni. Ringrazio di aver avuto la possibilità di fare un’esperienza del genere.

Hai partecipato a “Romeo e Giulietta-Ama e cambia il mondo”, che ha avuto un successo incredibile: come sono state le selezioni e il debutto?

Le selezioni sono state molto emozionanti, ricordo questa scena di quando sono entrata la prima giornata per il primo provino. C’era già David Zard nell’atrio e io mi sentii subito gli occhi addosso: mi studiava. Secondo lui, aveva già trovato il suo Romeo e in seguito sono venuta a sapere che aveva detto all’autore: “Per me, lei è Giulietta“, prima ancora di sentirmi cantare. Stessa cosa è successa al regista. Sono immagini molto emozionanti che conservo, come se ci fosse già un destino scritto.

Per quanto riguarda la prima serata, quella del debutto, non credo di essere stata molto lucida. A diciannove anni calcare il palco dell’Arena di Verona era una bella responsabilità. Una grande fortuna poter iniziare in una cornice così grande: l’Arena di Verona è un vero e proprio simbolo, anche dell’amore. Mi sentivo all’interno di una bolla magica.

Raccontaci di Sanremo: era un tuo sogno partecipare, come l’hai vissuto?

Una settimana pazzesca in cui ti sembra di vivere in un altro pianeta. Mille interviste, sei sballottato a destra e sinistra da mattina a sera, ad un certo punto non capisci nulla. Si respira un’atmosfera incredibile, ho un ricordo emozionantissimo. Il desiderio è quello di tornarci.

Ti rivedremo quindi a Sanremo?

Di sicuro mi sono presentata, questo posso dirlo senza alcun problema. Credo di aver presentato dei prodotti molto validi, poi ovviamente sarà compito di Amadeus scegliere. Io sono molto contenta del lavoro fatto.

Hai partecipato a Tale e Quale Show e mostrato tutto il tuo talento, raccontaci questa esperienza.

L’adrenalina connessa alla diretta era molto forte. A Tale e Quale ho avuto l’onore di avere in giuria Gigi Proietti e non scorderò mai tutte le parole bellissime che mi ha riservato, le conservo nel cuore. Ricordo una puntata in cui ero terrorizzata, dovevo interpretare Edith Piaf, che poi in realtà è stata l’esibizione forse che è rimasta un po’ più nel cuore. Dicevo: in giuria ho Gigi Proietti, l’icona del teatro, della recitazione, dello stare sul palco. Edith Piaf è una leggenda, se la sbaglio mi ucciderà. Invece ricordo che fu proprio lui ad avere le parole in assoluto più belle per me.

Giulia Intervista
La bellissima Giulia Luzi, in arte solo “Giulia”, si racconta in un’intervista esclusiva: il messaggio universale di “Prescindere da te” (fonte immagine agenzia 361ComunicAzione)

Come ti rapporti al successo, com’è cambiata la tua vita?

In realtà è un momento che imbarazza sempre moltissimo magari essere riconosciuta per strada, mi fa piacere ovviamente e ringrazio, però a volte sono talmente tanto emozionata… Mi sento in difficoltà e allo stesso tempo mi riempie di orgoglio e di gioia, perché mi fa capire che sto facendo bene il mio lavoro.

La talentuosa Giulia: il nuovo singolo e il suo messaggio universale

Parliamo di “Prescindere da te”, il nuovo singolo: raccontaci.

Prescindere da te è l’ultimo singolo, uscito il 30 Ottobre. L’ho scritto insieme a due autori molto bravi che già conoscevo e stimo molto: Emiliano Palmieri e Anna Muscionico. È un brano al quale tengo particolarmente. Dopo il successo di “Mon Amour” che è stato classificato, giustamente, nei tormentoni e sta andando molto forte anche nelle radio francesi. “Prescindere da te” è un brano che mantiene una freschezza a livello di suoni, ma lancia un messaggio al quale tenevo molto.

Un messaggio indirizzato soprattutto al mondo femminile che spesso in una relazione è quello dipendente dall’altro. Volevo semplicemente comunicare qualcosa di importante: dovete ricordarvi che esistete a prescindere da un’altra persona, è sbagliato dipendere da qualcuno in una relazione. Vanno bene i compromessi, accettare i difetti, ma mai perdere di vista la propria individualità, il proprio io. È una cosa nella quale credo fermamente per stare bene in una coppia. Questo vale sia per le storie finite, che in quelle in essere. È quello che direi a me stessa, se mi trovassi in questa situazione. Devo dire che mi hanno scritto anche dei ragazzi che si sono trovati a vivere una circostanza del genere. Sono rimasta colpita e mi ha fatto piacere, perché è un “messaggio universale“.

Hai un modello di riferimento, qualcuno che ti è di ispirazione?

Tendo a non ispirarmi, ad andare avanti per la mia strada e a volte a lasciarmi sorprendere dalle cose. Se c’è un personaggio italiano che sento molti vicina a me, è Serena Rossi, con cui siamo molto amiche. L’ho conosciuta in occasione di Tale e Quale e mi piace che sia due cose: talento e purezza, semplicità. Questo arriva al pubblico ed è quello che vorrei arrivasse anche da parte mia. Viene riconosciuta la sua bravura, ma non viene vista come un personaggio particolarmente costruito, è molto genuina.

Com’è stato il periodo della Quarantena, come l’hai vissuto?

Ovviamente, nei primi giorni, è stato un po’ destabilizzante. Per fortuna, anche se vivo ancora nella casa dei mie genitori, posso ritagliarmi il mio spazio nella mia mansarda. In fase di lockdown credo che tutti abbiamo riscoperto, chi ne ha avuto la possibilità, la famiglia, l’unione, il tornare alle cose semplici e ai valori essenziali della vita. L’ho vissuta bene perché nonostante la lontananza, era come se fossimo tutti più vicini in quel momento, perché stavamo vivendo tutti la stessa cosa.

Un tuo sogno per il tuo futuro?

A me piacerebbe tantissimo, lo dico sempre, che un mio brano venisse scelto come la colonna sonora di un film al cinema. Ho questo sogno perché sono amante del cinema e mi emoziono sempre quando arrivata alla fine di un film che ho apprezzato, arriva la canzone giusta che lascia un ricordo ancora più forte. Mi piacerebbe molto che un mio brano facesse questo effetto sul pubblico.

Una domanda che non ami ricevere durante le interviste?

Se c’è stato qualche rimpianto in merito a quello che ho fatto. Ho avuto la fortuna di fare davvero tante belle cose. Ci sono state esperienze che non sono andate come avrei voluto, ma sono felice di averle fatte. Sono quelle che ti fanno capire, ti insegnano e ti fanno aggiustare la rotta.

Una domanda che vorresti ricevere, ma non ti hanno mai fatto?

Ultimamente c’è stato questo “cambio” del nome. Non è un vero cambio, io sono Giulia Luzi, però per quanto riguarda la parte discografica ho voluto mantenere solo “Giulia”. Primo perché mi piace il mio nome, secondo, perché in Italia c’è questa tendenza a “classificare”. Ovvero, se fai questa cosa, devi farla tutta la vita. Volevo aggirare in qualche modo il concetto, per dire: ok, faccio più cose. Discograficamente, però, non sono la Giulia Luzi che ha fatto le fiction, il musical, perché, purtroppo mi è capitato di vivere dei pregiudizi. Per questo ho scelto “Giulia“, perché ritendo la parte discografica staccata dal resto che ho fatto, che non vuol dire rinnegare ma semplicemente che sono due mondi separati.

 

Intervista a cura di Angelica Gagliardi

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