Coronavirus, quanto dura l’immunità del vaccino: le parole del virologo

Quanto dura l’immunità del vaccino per il Coronavirus? Di seguito le parole del virologo Pregliasco sul farmaco

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Coronavirus, quanto dura l’immunità del vaccino (Fonte: Pixabay)

Il Coronavirus torna a far paura. Il temibile virus sembrava essere andato in vacanza in estate, ma in autunno è tornato alla carica. La seconda ondata sembra addirittura più pericolosa rispetto alla prima. I nuovi contagi, infatti, sono ogni giorno più di trentamila e i focolai sono sparsi per tutto il paese. L’obiettivo del governo è quello di evitare un nuovo lockdown. La chiusura dello scorso marzo, infatti, ha causato danni incalcolabili all’economia italiana.

Coronavirus, quanto dura l’immunità del vaccino

Il vaccino rappresenta l’unica strada per porre fine alla pandemia. Diverse aziende farmaceutiche sono al lavoro per mettere a punto un farmaco totalmente efficace. Ad oggi sembra essere già pronto quello progettato da Pfizer e BionTech, ma ci sono anche quelli delle aziende Moderna e AstroZeneca, al quale ha collaborato anche l’Italia. Le prime dosi potrebbero arrivare verso la fine dell’anno. All’inizio ovviamente la distribuzione sarà minima, ma si conta di aumentarla in primavera e nel terzo trimestre del nuovo anno.

Quanto dura l’immunità del vaccino? Il virologo Pregliasco ha dichiarato: “Per ora possiamo dire che l’immunità al coronavirus resta per 8 mesi. Tanto è il tempo di osservazione che abbiamo a disposizione ma nei prossimi mesi si capirà se questo limite potrà essere esteso a 10, 12 mesi o oltre”. Il virologo e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano ha poi aggiunto nell’intervista rilasciata a Il Messaggero: “Partiamo con un vaccino che potrebbe fermare il virus per almeno 8 mesi. Probabilmente l’immunità sarà anche più lunga degli 8 mesi: il vaccino sarà più efficace rispetto all’aver avuto la malattia. Intanto ci prendiamo questo spazio temporale, di 8 mesi o un anno, per uscire dall’emergenza. Il vaccino serve a fermare il virus e intanto la medicina ha il tempo per andare avanti con gli studi e valutare un eventuale richiamo a distanza nel tempo. Come accade per altre malattie”.

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