Le previsioni sui ricoveri in terapia intensiva in Italia secondo Alessandro Vergallo, presidente di Aaroi-Emac: le sue parole ad Adnkronos.
Si inizia a vedere una lenta diminuzione del numero dei ricoveri. E’ quindi lecito sperare che tra 7 giorni questa cifra possa raggiungere il picco per poi cominciare a scendere: lo dichiara ad Adnkronos Alessandro Vergallo, presidente nazionale Aaroi-Emac, il sindacato dei medici di anestesia e rianimazione. “Questo secondo picco avrà una cima più larga. Questo perché sulla prima ondata ha agito un lockdown drastico e lungo che ha ‘tagliato’ velocemente i casi. Mentre oggi le misure sono state, giustamente per salvaguardare l’economia, più morbide e mirate”, spiega Vergallo.
Alessandro Vergallo: “In alcune Regioni il numero dei letti in più non corrispondono a quelli sbandierati”
Lungi dal voler fare polemiche, il presidente del sindacato dei medici di anestesia e rianimazione evidenzia la sua posizione su alcuni dati: “Non c’è nessuno tono scandalistico o accusa di trucchi nei confronti di alcune Regioni se diciamo che il numero dei letti di terapia intensiva in più non corrispondono a quelli sbandierati. Al massimo dalla quota pre-pandemia di 5mila letti in terapia intensiva saremo arrivati a 8mila, quindi 3mila in più. Abbiamo forti dubbi quando vediamo inseriti posti letto che vorrebbero rassomigliare ad una terapia intensiva ma sono diversi gradini sotto. Mettere un ventilatore e un monitor accanto a un letto non basta”. Grazie alle testimonianze di colleghi che lavorano negli ospedali di tutte le Regioni, Vergallo è fermo nel sostenere che nonostante i posti letto siano stati aumentati, in alcuni casi non tutti rientrano in quelli adatti ad una terapia intensiva. Il presidente offre vari esempi spiegando le differenze tra i vari posti letto: i letti di terapia intensiva post operatoria (Tipo), hanno qualcosina in meno rispetto alle rianimazioni; le ‘recovery room’, le zone adiacenti alle sale operatorie sono dei posti ma sono un gradino sotto le terapie intensive.
“Abbiamo anche la sensazione che vengano inseriti o implementati i letti di sala operatoria che normalmente sono destinati alla chirurgia”, aggiunge Vergallo.