Coronavirus, Rezza è sicuro: “Il numero dei morti resterà alto”

Il direttore Giovanni Rezza, sul fronte Coronavirus, dichiara con certezza: “Il numero dei morti resterà alto”, ecco le sue parole

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Coronavirus, Rezza è sicuro: le parole del noto esperto (Fonte: Pixabay)

Il Coronavirus continua ad essere un problema per il nostro paese. La seconda ondata si è abbattuta sull’Italia, causando nuovi positivi ma soprattutto nuovi morti. Le terapie intensive sono state riaperte e le strutture sanitarie sembrano al collasso. Il governo è stato costretto ad intervenire, dividendo l’Italia in zone. A distanza di qualche settimana, i risultati sembrano essere positivi, ma lo stato di allerta resta molto alto. Ogni giorno, infatti, si calcolano più di ventimila nuovi positivi e i focolai sono sparsi in tutto il paese.

Coronavirus, la previsione di Rezza: le parole del virologo

I contagi di Coronavirus in Italia sono in calo, ma restano comunque un numero abbastanza elevato. Giovanni Rezza, Direttore Generale della Prevenzione del Ministero della Salute, nel corso della conferenza stampa congiunta con Silvio Brusaferro, ha dichiarato: “Rispetto a una o due settimane fa la situazione è in miglioramento. Non vuol dire però che sia di tutta tranquillità, tutt’altro”. Secondo il Direttore Generale della Prevenzione del Ministero della Salute nel paese ci sono ancora incidenze elevate con un Rt che scende. La notizia più preoccupante, però, riguarda i morti: “Proprio sul numero dei morti – ha sottolineato l’esperto – “l’indicatore resterà elevato ancora a lungo, perché il decesso si verifica in genere un mese dopo la comparsa dei sintomi”.

Riguarda i dati regionali, invece, Rezza ha sottolineato come la tendenza alla diminuzione delle infezioni sia visibile soprattutto in Lombardia e Piemonte, che sono passate nei giorni scorsi dalla zona rossa a quella arancione. Secondo il noto esperto, le misure restrittive adottate hanno sicuramente funzionato. Restano alti, invece, i dati di Sicilia e Puglia, per i quali dovremo aspettare ancora un po’.

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