Serena Rigacci, intervista esclusiva: da “X-Factor” Ungherese al “Trap”, il talento eccezionale

La talentuosa Serena Rigacci è giovanissima, ma ha già dimostrato di essere una vera e propria artista capace di mescolare generi straordinari, dando vita a performance incredibili: la redazione di Sologossip ha avuto la possibilità di un’intervista in esclusiva.

Serena Rigacci intervista
Serena Rigacci, intervista esclusiva:

Giovanissima, eppure è già un talento eccezionale che vanta un’esperienza musicale da urlo che l’ha portata oltre i confini nazionali: Serena Rigacci è una vera e propria artista e la redazione di Sologossip ha avuto la possibilità di parlarle per un’intervista esclusiva. Classe 2002, la splendida cantante è originaria di Pisa e ha esordito nel panorama musicale con “Ti lascio una canzone” e “Punto su di te” quando era una bambina. Il suo talento straordinario l’ha portata fino in Ungheria, dove è stata scelta per partecipare ad “X Factor” e si è classificata seconda, appena quindicenne. Serena Rigacci si è dedicata anche al settore dei musical, interpretando “La Sirenetta” in coppia con la grande Fiorella Mannoia. Di recente, la cantante si è cimentata in un nuovo e particolarissimo genere: il Trap, lavorando con grande artisti di calibro internazionale. Gentilissima, dotata di una straordinaria bellezza e di una dolcezza davvero unica. Ecco cosa ci ha raccontato.

Serena Rigacci, intervista esclusiva

Serena, sei giovanissima, hai compiuto da poco 18 anni: come ti sei avvicinata alla musica?

Ho sempre amato la musica, sin da piccola: canticchiavo in casa. C’era mio nonno che faceva musica, suonava, da autodidatta. Il mio bis-nonno era un cantante, un baritono famoso qui a Pisa. Quando ero piccola e non dormivo e piangevo, mio nonno mi metteva le cuffie con la musica e io smettevo subito e mi rilassavo.

Che artisti, quali generi ascoltavi e preferivi?

Fin da piccola un po’ tutti i generi. Da piccola piccola provai a fare lo Zecchino d’Oro, ma poi non lo feci perché non avevo proprio effettivamente quella voce ‘bianca’, carina, piccola che si cerca in quei programmi. Tutt’ora ricordo un aneddoto di quel tempo, mi chiesero: chi è il tuo cantante preferito, cos’è che ascolti? Io quando ero piccola con un’amica spesso ascoltavo i Negramaro, e così risposi alla domanda. Ero piccola piccola. Quindi ho sempre ascoltato un po’ di tutto, dal rock, all’hip hop, alla musica classica. Mi piacciono anche le cose particolari, il metal. In tutte le lingue.

Hai studiato lingue, giusto, quante lingue parli?

Parlare, si spera che io continui a parlare italiano: tra un viaggio e l’altro… Quando tornai dall’Ungheria l’Italiano l’avevo mezzo perso (ride ndr.). Parlo inglese, mi piacciono tanto anche le lingue orientali: ho studiato un po’ il giapponese, so soltanto introdurmi però mi piacerebbe studiare anche il cinese. So anche un po’ di vocaboli per quanto riguarda il coreano. Ed essendo al linguistico studio spagnolo e francese. Poi l’Ungherese, avendo partecipato ad X-Factor in Ungheria, e ho dovuto impararlo.

Come riesci a conciliare, gestire la tua carriera con lo studio e con il tuo essere una ragazza giovanissima?

Esatto, esatto. Prima che ci fosse X-Factor in Ungheria che mi ha portato via proprio un anno scolastico, dove sono arrivata seconda e non me lo sarei mai aspettato, non l’avevo mai guardato prima di fare i provini. Prima di questa esperienza, andavo ad uno statale e non c’era tanto tempo che potessi prendere per la mia vita da teenager, da ragazzina di quindici, quattordici anni.

Quando tornai dall’Ungheria dovevo compiere sedici anni e non potevo lasciare la scuola e mi resi conto,  e ci piansi anche perché mi dispiaceva lasciare lo statale, che dovevo far parte e prendere lezioni da un privato. Con tutte le assenze avevo rischiato la bocciatura per assenza, perché non avevo nessuna materia al di sotto, mai avuto problemi del genere. Dovetti andare a questo privato, io sono il tipo di persona che se fa una cosa la vuole fare bene, quindi allo statale c’erano casi in cui non potevo dare priorità alla scuola per il lavoro. La cosa positiva del privato è questa, che se anche non gli dai priorità non hai quel sentimento di obbligo, di sentirti in difficoltà con te stesso.

Parliamo di X-Factor: raccontaci l’esperienza.

Avevo quattordici anni ne ho compiuti quindici durante X-Factor. Divertente, molto divertente per me: io non avevo mai guardato X-Factor, non conoscevo le regole. Sono andata lì, ho detto “ci provo”, pensavo: “sono in un altro Paese, forse nemmeno mi prendono nemmeno”. Mi chiamarono, feci il casting, andai davanti ai giudici e supero con i “si” e arrivo ai bootcamp. Anche qui c’è un aneddoto abbastanza divertente perché io non capivo cosa mi dicevano. Ero finita in ballottaggio con un’altra ragazza. Quello che era il mio giudice, che doveva decidere, fece un discorso mezzo in inglese e mezzo in Ungherese. Da come lo aveva impostato pensavo stesse per dire la ragazza che passava e disse il nome dell’altra ragazza. Io mi ricordo che mi alzai, felice per lei, la abbracciai e le feci tutti i complimenti e mi dissero: “No guarda che sei passata te!“.

Per far capire quanto tutto quello che è successo io non me lo aspettavo minimamento. Fino alla finale dove ero veramente tranquilla, perché a quindici anni ero riuscita ad arrivare seconda, perché se non fossi arrivata seconda sarei arrivata prima. Seconda era un grandissimo traguardo, ero riuscita ad arrivare in finale ad X-Factor in un altro paese.

Serena Rigacci
Giovanissima e dotata di un talento eccezionale: cosa ci ha raccontato Serena Rigacci (fonte Instagram)

Serena Rigacci: una passione nata con lei

I tuoi genitori come si relazione e supportano questa tua vita e carriera eccezionale?

Penso che ormai ci abbiano fatto l’abitudine. C’è sempre stata fin da che avevo sette anni. Mia mamma c’è sempre stata, mi ha sempre accompagnata. Non che mio padre non ci volesse essere, però aveva il suo lavoro quindi molto spesso non riusciva ad accompagnarci. Ma anche lui quando poteva, veniva; entrambi mi supportano molto su questo percorso che mi ha portato fino ad oggi.

Hai partecipato a “Ti lascio una canzone da piccolissima”: che esperienza è stata?

Mi ricordo molto le sensazioni, alcuni momenti, perché quando sei piccola hai sette anni, hai una percezione diversa di tutto. Io non mi rendevo nemmeno conto effettivamente, secondo me, di essere in televisione. Ricordo questo sentimento di essere sul palco, con il microfono che cantavo, tranquilla. E poi magari avevo attorno artisti veramente grandissimi, come io avuto la possibilità di conoscere Lucio Dalla: lo conoscevo perché lo conoscevo, però non potevo rendermene conto quanto posso rendermene conto adesso.

Durante il periodo del loockdown è nato il nuovo singolo, “Overseas” e ti sei avvicinata al genere “Trap”: raccontaci. 

Il trap fa parte di uno di quei generi che ho sempre ascoltato, soltanto che un po’ sia per X-Factor o anche un po’ per il fatto che di mio, mi è sempre stato consigliato di fare altre canzoni. Famous Dex ad esempio già lo conoscevo, era già un artista che avevo sentito, avevo ascoltato la sua musica. Quindi quando mi fu fatta questa proposta di poter fare questa collaborazione con lui ed Alkaline, fui molto felice e subito accettai. Perché al di là del fatto che  sono artisti veramente enormi era un modo per me per farmi conoscere anche da un altro punto di vista. Mi piace essere polivalente, esprimermi in maniera diversa, che sia anche la cosa più semplice, come possono essere i capelli. Anche nella musica e l’arte in generale mi piace potermi far conoscere in maniera sempre diversa.

Secondo te perché i giovani amano questo genere, il trap?

Secondo me dipende un po’ anche dalle tendenze, dai social e quello che viene portato più alla luce. Magari tra qualche anno andrà di moda qualcosa che al momento nemmeno conosciamo o possiamo concepire.

Preferisci cantare in quale lingua?

Sinceramente preferisco cantare in lingue straniere, perché mi interessa sentire la sonorità della mia voce che cambia. Lo reputo molto interessante.

C’è un artista che ti è di ispirazione?

Poiché ascolto molti generi diversi, mi ispiro a molti artisti diversi. Ho un artista che ammiro particolarmente per il suo percorso artistico, per il modo di pensare, esprimersi, stare sul palco e tutto, in diversi generi. Ad esempio ora sta iniziando a spopolare il K-pop, io lo seguivo dal 2013 e ci sono molti artisti che ammiro veramente tanti in questo genere. Sono ragazzi che incominciamo da giovani, tanto giovani, fanno anni di studio per poi fare delle cose allucinanti, sono ad un livello di performance assurdo secondo me. Poi ci sono artisti che ammiro tantissimo come Beyoncé, Celine Dion, Whitney Houston. Ma anche cantati italiani.

Come ti immagini da qui a due, tre anni: hai un obbiettivo, un sogno?

Da qui a tre anni spero di aver raggiunto la maggior parte dei miei obbiettivi. Il mio obbiettivo principale è raggiungere i miei obbiettivi. Quando ne ho uno devo raggiungerlo assolutamente, poi quando ho finito ce n’è subito un altro.

 

Intervista a Serena Rigacci a cura di Angelica Gagliardi

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