“Mia madre mi incitava a suicidarmi”: il racconto shock della conduttrice

“Mia madre mi incitava a suicidarmi”: la conduttrice racconta cosa ha vissuto in passato. 

Un racconto drammatico della conduttrice, la sua è una storia difficile, una storia di botte, abusi e maltrattamenti. Sua madre fin da quando era piccola l’ha sempre picchiata. I suoi primi ricordi sono violenti.

Ema Stokholma
Il racconto shock dell’amata conduttrice: “Mia madre mi incitava a suicidarmi” (fonte instagram)

Lei non ricorda un abbraccio o un gesto d’amore, ma nella quotidianità c’erano solo botte ed umiliazioni. La conduttrice ha dichiarato a Venus Club, nel programma di Lorella Boccia, trasmesso l’anno scorso, di aver pensato spesso di stare per morire, e anzi, sua madre la incitava a suicidarsi: “A volte ho pensato di stare per morire. Mi metteva la testa sotto l’acqua, nel water, mi incitava a suicidarmi. Mi è capitato che mi portasse su un ponte dicendomi di buttarmi da sola altrimenti lo avrebbe fatto lei”, ha raccontato.

Racconto choc della conduttrice: “Mia madre mi incitava a suicidarmi”

Una storia di sofferenza, di dolore e di umiliazione, la conduttrice ha raccontato cosa ha vissuto prima del suo arrivo in Italia. A Venus Club, programma di Lorella Boccia, andato in onda nel 2021, si è messa a nudo, liberandosi del suo passato.

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Ha raccontato di aver subito botte, insulti, abusi e maltrattamenti da parte di sua madre. Quando suo padre è andato via, sua madre era incinta e il dolore, la disperazione e la solitudine l’hanno fatta impazzire, dice. Ha dichiarato che la donna che avrebbe dovuto amarla, l’ha incitata anche a suicidarsi, che le metteva la testa sotto all’acqua, nel water. Ma le è anche capitato che la portasse sul ponte, dicendole di buttarsi.

ema stokholma
fonte getty

Ema Stokholma, conduttrice radiofonica e televisiva, ha deciso di mettere per iscritto questo dolore, in un libro ‘Per il mio bene’. “I miei primi ricordi sono violenti. Non ricordo un abbraccio, un sorriso, una pacca sulla spalla. Mi ricordo solo botte, insulti e umiliazioni. Faceva parte della quotidianità. Anche mio fratello veniva maltrattato come me. È stata la mia nascita a scombussolare la famiglia”, ha raccontato.

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In quegli anni di abusi e maltrattamenti è riuscita a resistere, finchè a 15 anni, è scappata in Italia, per cercare suo padre, quell’uomo che all’epoca era andato via, e che aveva visto raramente: “Arrivata a Roma, gli dissi che sarei rimasta ma non si poteva costruire un rapporto equilibrato, quindi ho cominciato a fare la mia vita. Mia madre aveva bisogno di aiuto, anche i genitori hanno bisogno di essere salvati”.

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