“Speravo di non svegliarmi al mattino perché quella non era vita”: la drammatica confessione

“Speravo di non svegliarmi al mattino perché quella non era vita”, la drammatica confessione a cuore aperto spiazza tutti!

Il dolore fisico e psicologico che la accompagna da quando aveva 16 anni è davvero tremendo. La giovane modella diverse volte ha parlato del suo dolore. Un dolore che ahimè accomuna molte donne.

drammatica confessione
“Speravo di non svegliarmi al mattino perché quella non era vita”, la drammatica confessioen spiazza tutti (Credits: Instagram)

Nella giornata in cui si è celebrata la solidarietà femminile, l’influencer ha fatto una confessione drammatica che ha però permesso a molte donne di non sentirsi sole, abbandonate con un atroce dolore che sperimentano a causa della vulvodinia. Un disturbo ancora oggi non sempre riconosciuto che spinge molte donne a dover ‘sopportare’ senza essere supportate ed aiutate. L’influencer in questione è Giorgia Soleri, modella e fidanzata di Damiano dei Maneskin. La giovane ha fatto una confessione drammatica che ha lasciato molti senza parole.

Giorgia Soleri: “Speravo di non svegliarmi al mattino perché quella non era vita”, la drammatica confessione

Un monologo solidale a tutte le donne che come lei, soffrono di vulvodinia. Quel ‘disturbo fantasma’ che ahimè ancora oggi viene qualche volta sottovalutato costringendo molte donne a dover restare sole con il proprio dolore.

L’anno in cui ho cominciato a stare male è stato quello in cui ho iniziato a lavorare, l’anno del primo tatuaggio, l’anno della scoperta del sesso. Avevo 16 anni. Da allora sono sempre stata accompagnata dal dolore, come un’ombra”, è così che Giorgia Soleri comincia a raccontare quella drammatica confessione, di quel dolore che la avvolge come un ombra e non la lascia libera.

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Credits: Instagram

Mi sono sentita dire di tutto, che ero pazza, che mi inventavo i sintomi. Sono arrivata a crederci e a considerare quel dolore parte di me. Giorgia e il dolore, una cosa sola.” – difficile stare qui e leggere queste parole, che rappresentano il dramma di una giovane donna e di tutte quelle donne che vivono con questo incessante dolore. “Passavo le notti a cercare di espellere un goccio di urina intriso di sangue che mi lacerava fino allo stomaco con le viscere in fiamme. Andavo a letto stremata, sperando di non svegliarmi al mattino perché quella non era vita“. Un dolore così, agli occhi degli altri invisibile, diventa per una donna così limitante tanto da costringerla a dover pensare di non voler più continuare così. “Non so più nemmeno quante cose ho perso per colpa del mio dolore

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