La carriera, la violenza e gli abusi: “Siccome ho parlato sono stata fatta fuori”, la dura denuncia dell’atleta

Dure sono state le parole dell’atleta per denunciare quanto accadutole: “Siccome ho parlato sono stata fatta fuori”, drammatico retroscena

Un talento quello che l’atleta aveva scoperto quando era ancora una ragazzina. Ha seguito il suo sogno ed ha reso quella passione anche un lavoro. Diventata una ginnasta famosa a livello internazionale, ha dato il meglio di sé nelle sue esibizioni.

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L’atleta denuncia gli abusi (Credits: Instagram) Sologossip

Tuttavia, alla carriera da atleta, ha dovuto forzatamente mettere un punto perché quel che le è accaduto l’ha condotta direttamente fuori dai giochi, ingiustamente. Gli abusi e le violenze subite quando era ancora una ragazzina non le ha di certo dimenticate. Le ha portate dentro.

Il suo passato è anche quello di altre atlete. Come lei sono state sottoposte ad un tipo di violenza psicologica ma anche fisica. Ha poi però deciso di dare voce a quei drammatici ricordi, ma le cose non sono andate per il verso giusto. E dalla parte della ragione non ci è finita lei. “Ho cominciato ad alzare la voce e non è andata benissimo“. Dopo la denuncia per gli abusi subiti le cose non si sono messe bene: “E’ stata una chiusura che io non ho scelto. Racconterò ai miei figli che siccome ho parlato sono stata fatta fuori“.

La denuncia contro gli abusi e l’allontanamento dalla carriera: la nota atleta rivela tutto

Classe ’95, è una delle atlete italiane più famose al mondo. Una carriera costellata di successi quella di Carlotta Ferlito, ma non solo. Dietro i successi conquistati, ci sono il sudore, il sacrificio, la passione e la dedizione per uno sport al quale ha dato tutto di sé stessa. Qualcosa però è andato storto. Nel suo monologo a Le Iene e nel servizio dedicatole l‘ex campionessa ha denunciato con parole chiare gli abusi e le violenze subite nel mondo della ginnastica.

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Carlotta Ferlito denuncia gli abusi nel mondo della ginnastica (Credits: Instagram) Sologossip

Ho parlato con la convinzione che se provi a far sentire la tua voce, alla fine, qualcuno ti ascolta. Questo sport non può e non deve più essere fatto di violenze psicologiche e fisiche“, ha detto Carlotta nel suo monologo. E continua: “Nessuna ragazzina dovrebbe essere presa a sberle, umiliata se chiede di andare in bagno, costretta a fare esercizi dove rischia l’osso del collo solo per punizione. Essere chiamata maiale per aver osato mangiare un biscotto in più”.

Confondere il confine tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, tra ciò che è normale e ciò che non lo è, in certe situazioni può essere facile e tremendamente pericoloso. Anche a Carlotta è successo, finire per credere che tutto questo fosse giusto: “Ad un certo punto ho accettato quasi tutto“. Poi però arriva la presa di coscienza ed anche di coraggio per dire basta a tutto questo, a quello che le ginnaste subiscono. Anche l’atleta fa parte di quel gruppo di ginnaste punite, prese a sberle.. “Ho visto volare schiaffoni. Ne ho presi anche, quando magari non riusciva un esercizio. Ho cominciato ad alzare la voce ma non è andata benissimo“.

 

E così, dopo la denuncia per violenze ed abusi: “Ho ricevuto una proceduta federale. Mi chiesero perché dicessi quelle cose, e anche una denuncia per diffamazione. Non c’è stato alcun cambiamento. Da lì non ho più gareggiato a livello internazionale, sono stata allontanata”.

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