Continuano le proteste contro le chiusure per Coronavirus: di seguito vi raccontiamo cos’è successo in Salento
Il Coronavirus torna a far paura in Italia. Dopo la ‘calma estiva’, con l’arrivo dell’autunno e soprattutto del freddo i nuovi contagi sono aumentati a dismisura. Solo ieri in Italia sono stati registrati oltre ventimila nuovi positivi. Un numero abbastanza alto, che ha costretto il governo a scendere nuovamente in campo. Il premier Conte, a colpi di dpcm, sta cercando di rallentare la corsa del virus e soprattutto scongiurare un nuovo e terribile lockdown. Una nuova chiusura, come quella di febbraio, farebbe precipitare l’economia del paese, già fortemente scossa dal precedente lockdown. Il governo, però, è stato costretto a varare un nuovo ed importante dpcm, che prevede la chiusura dell’attività di ristorazione alle 18, la chiusura di palestre, piscine, teatri e cinema e molto altro ancora. La situazione, però, è ormai degenerata. La rivolta è partita a Napoli, dove ci sono stati addirittura scontri con le forze di polizia, per poi spostarsi a Roma e nelle altre città italiane. Gli italiani sono in preda alla disperazione.
Il nuovo dpcm firmato dal premier Conte prevede la chiusura delle attività di ristorazione alle ore 18, di palestre, piscine, teatri e cinema; incrementa, inoltre, la didattica a distanza per le scuole superiori; vieta le feste dopo le cerimonie; porta a quattro il massimo di persone sedute ad un tavolo del ristorante e molto altro ancora. Scongiurato un nuovo lockdown, evitata anche la parola ‘coprifuoco‘, ma sicuramente moltissime categorie di lavoratori saranno colpiti da queste nuove misure. Le proteste dilagano nel paese. Napoli è stata la prima città a manifestare contro le misure annunciate dal governatore De Luca. Altre manifestazioni sono seguite a Roma e in altre città italiane. In Salento, il titolare di un multisala a Taviano, in provincia di Lecce, ha deciso di restare aperto: “Appurato che non esistono evidenze scientifiche di focolai dovuti a cinema e teatri, che da sempre sono stati i luoghi più sicuri in quanto garantiscono il mantenimento della distanza di sicurezza, l’uso delle mascherine, il continuo ricambio di aria e la sanificazione dei posti a sedere, si è deciso di adottare un comportamento di disobbedienza civile. Il cinema resterà aperto fino a quando non vi sarà una chiusura forzata”. Il titolare ha inoltre dichiarato che, in un momento storico come questo, “il cinema è più che mai una forma di evasione”.
I lavoratori dello spettacolo risultano essere una delle categorie più colpite dal Coronavirus. Le proteste continueranno di sicuro anche nei prossimi giorni.