In un nuovo capitolo di confessione e rinascita, la cantante Mew si racconta senza filtri nel podcast di Giorgia Soleri, “Un’ora sola ti vorrei”, ripercorrendo l’amore, la crescita e le scelte che l’hanno riportata al centro della sua vita.
Ex concorrente di Amici di Maria De Filippi, Mew torna a parlare della sua storia recente nel salotto intimo di Giorgia Soleri e del suo podcast “Un’ora sola ti vorrei”, un contesto che le permette di mettere in fila emozioni, dubbi e nuove certezze. Al centro del racconto, la fine della relazione con Matthew, conosciuto nella Casetta del talent: un legame che, pur concluso, ha segnato un passaggio fondamentale del suo percorso. L’artista spiega infatti come quella relazione sia stata uno spartiacque, una tappa necessaria per una vera crescita personale.

Non solo una fine, ma una risalita: un processo che le ha permesso di riscoprire sé stessa, di comprendere i propri bisogni e di metterli finalmente al primo posto. Nella cornice del programma che l’ha lanciata, e poi oltre, la cantante racconta con lucidità le luci e le ombre dell’esposizione mediatica, riconoscendo quanto il confronto con gli altri possa farsi specchio e insieme detonatore di cambiamento. E proprio quel cambiamento, nato tra i corridoi del talent e maturato nel tempo, oggi è il motore di una nuova, più consapevole visione di sé.
L’affermazione di sé: da “rumorosa” a protagonista della propria storia
Nel corso dell’intervista, Mew sceglie un aggettivo forte per descriversi: “rumorosa”. Una parola che diventa manifesto, il simbolo di un passaggio dall’auto-censura all’affermazione di sé. «Sono sempre stata una persona che nelle relazioni si è un po’ messa da parte», confessa, ma nell’ultima storia ha deciso di dire basta: farsi sentire quando qualcosa non funziona, dire quello che si pensa, senza paura.
Un atto di sano egoismo che non è sfida sterile, ma esercizio di consapevolezza: scegliere i propri confini, comunicare con chiarezza, restare fedeli al proprio sentire «nei limiti del buon senso e della ragione». In questo passaggio, la cantante incarna un’idea moderna di autenticità: non l’urlo per attirare attenzione, ma la voce che si legittima. Una rivoluzione quieta e insieme dirompente, che parla a chiunque si sia sentito, almeno una volta, messo in secondo piano. Così “rumorosa” diventa l’antidoto alla compiacenza, il ponte tra vulnerabilità e forza, tra desiderio di armonia e bisogno di verità.

Il capitolo più intenso riguarda la scelta di abbandonare il programma. Mew racconta la necessità di tornare dalla famiglia, di sentirsi protetta in un contesto in cui l’attenzione è costante: i riflettori addosso, l’essere quasi osservato 24 ore su 24, la sensazione di essere disorientato. Uscendo, ha percepito un peso tolto, ammettendo di essersi sentita appesantita: da lì, la decisione di prendersi tempo, capire, lavorare su sé stessa.
Eppure oggi, con uno sguardo più largo, la prospettiva cambia: rifarebbe Amici, anzi parteciperebbe anche a un altro reality, segno di una resilienza che non rinnega nulla, ma integra tutto. Il futuro ha una direzione nitida: il grande sogno del Festival di Sanremo, obiettivo che brilla come una rotta artistica e personale. Tra nuove canzoni, progetti e una maturità che sa d’ascolto e coraggio, Mew entra in una fase in cui il rumore giusto è quello della propria voce: chiara, centrata, capace di trasformare le fragilità in strada maestra. Perché crescere, alla fine, è saper scegliere quando restare, quando andare e quando, con dolce fermezza, tornare a essere protagonista della propria storia.