Naufragio Concordia: fu un incidente e non un crimine, parola di Francesco Schettino

 

NAUFRAGIO COSTA CONCORDIA – Da uomo libero e non più sottoposto ai domiciliari, Francesco Schettino, comandante della Costa Concordia tragicamente naufragata al largo della Costa del Giglio, ora reclama la propria innocenza.

” Chiedo scusa alle vittime ma sono anche io una vittima” dichiara Schettino alla trasmissione Quinta Colonna su Canale 5.

È normale che io debba chiedere scusa a tutti e che mi senta le 32 vittime sulla coscienza” aggiunge il capitano.

Infine la dichiarazione più sorprendente, ovvero quella in cui Schettino parla di fatalità…

Il naufragio è stato un incidente banale, nel quale la fatalità ha trovato breccia proprio nell’interagire tra esseri umani. Si è creato, credo, di base, un malinteso e proprio per questo c’è la rabbia. È come se tutte le teste, compresi gli strumenti, fossero andate in black-out”.

Ultima perla riguardante l’ormai storica telefonata del “salga a bordo c***o”:

“dovevo fare 300 metri a nuoto, cioè buttarmi in acqua, fare il giro della prora, vedere la biscaggina, con il cellulare da preservare, perché nel frattempo dovevo parlare con l’unità di crisi, facevo una cosa molto più seria”.

Quale fosse la cosa più seria che quella drammatica notte lo tenne lontano dal coordinare i soccorsi è ancora una grande incognita.

 

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