Il padre dello stupratore: “Mio figlio punito per un’azione di 20 minuti”

Ex-Stanford Swimmer-RapeIl 18 gennaio 2015, lo studente della Stanford University Brock Turner ha trovato dietro un cassonetto una studentessa incosciente, reduce da una festa in una confraternita, e l’ha violentata. Due passanti lo hanno colto in flagrante e lo hanno bloccato fino all’arrivo della polizia.

Per un’azione del genere, un uomo qualunque avrebbe rischiato fino a 10 anni di galera. Ma Brock è bianco e benestante, e se l’è cavata con 6 mesi di carcere e tre anni di libertà condizionata nonostante i cinque capi d’accusa (violenza sessuale su persona incosciente, violenza sessuale su persona intossicata, due accuse per penetrazione con oggetti estranei e aggressione).

Condannarlo al carcere avrebbe gravi conseguenze su di lui – ha stabilito il giudice Aaron Persky – penso che non rappresenti un pericolo per gli altri“. E così il giovane campione di nuoto se l’è cavata con soli 6 mesi, ma quasi sicuramente ne sconterà la metà e sarà a casa per il Ringraziamento.

Una storia che già di per sé ha fatto discutere gli americani, considerando che se Brock fosse stato nero o meno abbiente avrebbe passato la sua giovinezza in carcere per lo stesso identico reato. Ma quando il padre del ragazzo ha voluto dire la sua, pubblicando una lettera aperta, si è scatenato il putiferio.

Il signor Turner dichiara infatti che il figlio è stato costretto a «pagare un prezzo assurdo per 20 minuti di azione su 20 anni di vita» e che la vita di suo figlio «non sarà quella che aveva sognato e per la quale aveva duramente lavorato».

Un’estate in una prigione locale per aver stuprato una coetanea incosciente è davvero un prezzo assurdo da pagare?

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