Frate Cionfoli attacca Suor Cristina: ‘Hai vinto The Voice grazie all’abito sacro’

Giuseppe Cionfoli, diventato famoso negli anni ’80 e che tutti conoscevano come Frate Cionfoli, ha deciso di scrivere una lettera diretta a Suor Cristina, vincitrice The Voice, in cui la critica per la scelta fatta.

fra-cionfoli-suor-cristina-620x350FRATE CIONFOLI CONTRO SUOR CRISTINA

Frate Cionfoli ricorda prima di tutto la sua esperienza: “Mi sono sposato, ho avuto tre figli e sono pure nonno ma, naturalmente, senza la tonaca e i sandali cappuccini, il successo non è più stato lo stesso. Certo, faccio ancora concerti in giro per il mondo e sono molto apprezzato e continuo a scrivere canzoni, ma non scalo più le classifiche musicali, perché ora sono una persona normale e la normalità non crea curiosità, non fa vendere cd e, soprattutto, non fa vincere le gare dei programmi televisivi che lanciano nuovi talenti, come è accaduto a te”.

Poi parte la critica: “Forse sarò cattivo a dirti questo ma, pur avendo una grinta e una buona intonazione, hai una voce normale. Infatti, quando ti sei presentata in altre importanti competizioni, prima di diventare suora, i giudici non sono mai rimasti colpiti dalle tue esibizioni. E anche stavolta a The Voice se, invece di indossare un abito sacro, ti fossi presentata in una maniera più ‘normale’, probabilmente non avresti conquistato un successo così grande e di sicuro non avresti vinto”.

E poi aggiunge: “Una persona che ha seguito una vocazione religiosa non può cantare canzoni con testi trasgressivi e fare musica rock in generale che, come è noto, inneggia a una vita sessuale libera e spudorata. Viceversa bisognerebbe scegliere testi scritti da autori cattolici”.

E conclude così: “Mi sarei aspettato che, una volta conquistata la popolarità, ti ritirassi dalla competizione perché il tuo scopo, l’evangelizzazione, lo avevi raggiunto. Invece la tua ambizione ti ha portato ad andare avanti e a vincere. Tra un po’ rinnoverai i voti in attesa di quelli perpetui e ti posso assicurare che poi è difficile tornare indietro sia per questioni burocratiche sia emotive”.

 

 

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