Fabrizio Corona, appello in tv: ‘Il carcere mi sta mangiando vivo ma voglio scontare la mia pena’

Come vi avevamo anticipato noi di Sologossip, ieri sera, durante il programma di Raidue, Virus – Il contagio delle idee, è stato trasmesso un servizio con un’intervista epistolare a Fabrizio Corona, attualmente rinchiuso nel carcere di Opera di Milano, dove sta pagando i suoi conti con la giustizia.

fabrizio coronaFABRIZIO CORONA E LA LETTERA PIENA DI SCONFORTO

Dopo aver lottato con tutte le sue forze e cercato di adattarsi al carcere, Fabrizio Corona ora non ce la fa più ed esprime tutto il suo dolore in una lunga lettera:

Oggi non sto più bene, non ce la faccio più, non riesco a star su, sono crollato. All’inizio cercavo di fare ogni cosa possibile, ho aperto un portale per detenuti, un sito web delle carceri, portavo il vitto ai detenuti, ma ormai niente, niente di tutto ciò, non esco più dalla cella, non vado all’ora d’aria da 3 mesi, nemmeno più in palestra, sono molto dimagrito, la rabbia è diventata dolore, la voglia di fare è diventata riflessione, la voglia di combattere è diventata ricerca di giustizia. Leggo, scrivo e penso di continuo. Sa che significa stare 24 ore al giorno chiuso in una cella di tre metri quadrati con un’altra persona? Nemmeno dalla finestra si vede niente, la grata è troppo fitta. Mentre la tv parla di un mondo che cambia sempre più veloce e che io già non conosco più. E’ cambiato tutto. Io non avevo mai messo in conto sul serio di poter finire in carcere. Ho sempre agito con la convinzione di non fare alcun reato. Non ho mai pensato che i miei comportamenti erano contro la legge. Malgrado ciò, per un anno e mezzo, sono andato avanti, rispettando tutte le regole durissime di quest’istituto, convinto di poter accedere presto, secondo la legge, ai benefici carcerari. Quando, invece, è stata rigettata la mia istanza per l’affidamento terapeutico, ho scoperto di avere un’aggravante cioè il reato ostativo come se fossi un boss mafioso e che quindi non posso curarmi e proseguire il mio percorso riabilitativo, sono caduto in un malessere da cui non riesco a riprendermi. Sto male. Non mi vergogno a dirlo. Non ho più paura di far sapere chi sono veramente. Il carcere mi sta mangiando vivo”.

Fabrizio Corona ha poi raccontato che esiste un documento redatto dagli operatori sanitari che gli permetterebbe di accedere ai benefici carcerari che, però, non possono essergli riconosciuti perché sulla sua condizione pesa il reato di estorsione aggravata: ”

Esiste un documento medico sanitario, redatto dagli operatori del carcere, che dice di me: “Il soggetto ha bisogno di sperimentarsi in un’ambiente, in un contesto comunitario e avviare un nuovo progetto di vita”. Sempre gli stessi sanitari scrivono che il mio percorso qui è finito già da quattro mesi. Di solito, con un documento simile si accede alle pene alternative. Ma io sono Corona, un caso, un soggetto pericoloso con un reato ostativo. Per me, niente cura. Solo pena”.

Fabrizio Corona, poi, ha commentato le parole di David Trezeguet, il calciatore vittima dell’estorsione di cui è accusato l’ex re dei paparazzi che, però, in tv, ha scagionato lo stesso Corona:

Appena ho sentito Trezeguet che pronunciava quelle parole di fronte a milioni di persone in televisione, ho provato un istante di felicità ma subito dopo, guardandomi intorno, sono stato riassalito da tristezza e sconforto, io oggi se non avessi quella condanna, non starei in galera. Trezeguet ha solo ripetuto le stesse parole riportate negli atti e pronunciate agli inquirenti nei vari interrogatori. Infatti, il gup mi aveva prosciolto nell’udienza preliminare. Certo, sentire le sue parole in tv rende tutto ancora più assurdo: un estorto che scagiona l’estorsore minaccioso e che usa metodi mafiosi, che però la vittima nega di aver subito, è veramente strano. Curioso, assolutamente folle. Come folle, è aver condannato a 8 mesi il fotografo per aver fotografato David Trezeguet in mezzo alla strada, come fanno ogni giorno milioni di paparazzi di tutto il mondo che ovviamente non vengono condannati a nessuna pena perché stanno facendo semplicemente il loro lavoro. Ma oggi devo solo pensare a come riprendere in mano la mia vita e a come tornare da mio figlio”.

 

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