Genitori uccisi dal figlio 16enne: il movente, forse, quella telefonata del giorno prima

Vi abbiamo raccontato con orrore il ritrovamento dei cadaveri di Nunzia Di Gianni e Salvatore Vincelli nella loro villetta nel ferrarese. Poi vi abbiamo raccontato con sgomento la confessione del figlio 16enne della coppia, mandante del delitto compiuto da un amico di 17 anni in cambio di 1.000 euro.

Oggi vi raccontiamo il proseguimento di questa vicenda sconvolgente, che prevede, come spesso accade in questi casi, una prima forma di difesa nei confronti dell’assassino messa in atto dal suo avvocato difensore.

Il ragazzino sarebbe «pentito e sconvolto» secondo il suo legale d’ufficio, Gloria Bacca.«Non so come la pensano gli investigatori – ha raccontato l’avvocato dopo aver assistito il 16enne durante gli interrogatori – ma per me è una persona che ha gran bisogno di una mano».

Fino ad ora, il movente che era sembrato più papabile agli inquirenti erano i tanti, troppi litigi tra figlio e genitori causati dallo scarso rendimento scolastico del 16enne all’Iti di Codigoro. In effetti, il giorno prima di essere ucciso, il padre del ragazzo aveva chiamato il preside della scuola per discutere della situazione del figlio. Proprio quella telefonata pare sia stata la classica “goccia” che ha fatto traboccare il vaso.

«Avrebbe dovuto richiamare la mattina dopo per vederci, ma evidentemente era già successo tutto» hanno confermato dalla presidenza dell’istituto scolastico.

Una personalità davvero difficile da capire quella del ragazzo, descritto da vicini e compagni di scuola come un bravo ragazzo, assolutamente normale e apparentemente incapace di far del male agli altri. Un ragazzo che però, come riferito dagli inquirenti, poco dopo il massacro si è messo tranquillamente a giocare con l’amico omicida alla Playstation.

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