Emma Marrone, passato da ribelle: “Una volta sono stata anche…”

Ina una lunga intervista rilasciata ai microfoni di Rolling Stone, nel numero di dicembre della rivista, Emma Marrone ha parlato del suo passato da adolescente ribelle.

emma-marrone-foto-instagramEMMA MARRONE, PASSATO DA RIBELLE

Ero un po’ ribelle, un po’ diversa dal canone delle ragazzine del tempo in Salento. Il piercing, i tatuaggi, i capelli di mille colori… Poi frequentavo solo musicisti e band con cui suonavo. Gente che era ancora più strana di me. Non andavo in villa, allo struscio. Ero sempre chiusa in una cantina o in un pub, a suonare o a sentire suonare gli altri. Al Sud si nota ancora di più quando sei diverso, nell’accezione positiva. Io volevo fare musica, volevo cantare, ma non pensavo di farne un lavoro. Facevo la commessa, facevo la cameriera..”, ha dichiarato Emma.

La cantante ha anche parlato del suo passato scolastico: “Facevo il liceo classico, ero rappresentante di classe e di istituto. Una leader? Boh, sì. Però non facevo la figa. Mi interessava davvero tutto quello che succedeva, mi sembrava che tutto mi riguardasse. Ho sempre avuto una certa sensibilità sociale. Mi caricavo il mondo sulle spalle, come si dice. E stavo lì a cercare soluzioni. Me la cavavo comunque a scuola. Se andavo male in greco scritto poi prendevo un bel voto nell’orale. Compensavo. Ero forte a scuola”.

Nel passato di Emma c’è anche un arresto: “Ero una ribelle, ma a scuola andavo bene. Una volta la polizia mi arrestò per un picchetto. Avevamo fatto occupazione, ma non era solo colpa mia. La preside mi ha salvato. Certo, entrare al liceo insieme alla polizia… Però ero precisa. Se i miei mi dicevano che a mezzanotte dovevo essere a casa, a mezzanotte meno cinque io ero già letto. Mi metteva ansia mettergli ansia. Quindi sì, ero ribelle, ma precisa. Una parac*la, direi. Alla fine ero ribelle nel pensiero, non mi piaceva vivere incastrata in una definizione”.

Su Amici: “Sapevo che c’erano molti pregiudizi nei confronti di quel tipo di trasmissioni, venendo da un background in cui la musica era vista in modo completamente diverso. Ho aperto concerti dei Tre allegri ragazzi morti. Ho lavorato in produzione negli spettacoli di Giovanni Lindo Ferretti. Mi occupavo proprio di lui in persona! È stato un incontro interessantissimo. Ancora conservo in un quaderno una lettera che mi ha scritto. Io gli raccontavo del mio sogno col fuoco negli occhi. E lui mi ha scritto una lettera di buon augurio, dicendomi che avrei potuto farcela. Diceva che ero una pronta a tagliarsi le gambe pur di farcela. Ogni tanto vado a rileggerla. Lui sicuramente non si ricorda nemmeno chi sono, però quello è stato un momento importante per me”.

A me importava solo di poter cantare dal vivo davanti a 5 milioni di italiani. Caz*o. Mi ha cambiato la vita. Era il 2010. Sono solo 5 anni fa, sembrano vent’anni… Ancora oggi mi capita di svegliarmi al mattino e non crederci. Non do per scontato il fatto di essere qui, però è come se avessi programmato tutto quello che volevo essere. Mi ricordo che leggevo i nomi dei locali in cui suonavano le star e pensavo che volevo andarci anche io. Volevo suonare davanti a tanta gente”, ha aggiunto.

Infine ha svelato i suoi progetti futuri: “Voglio morire felice. Voglio suonare in posti ancora più grandi, voglio sperimentare cose nuove. Voglio di più”.

 

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