Mihajlovic si racconta: dagli attacchi di panico alla chemioterapia

Mihajlovic racconta il suo duro percorso: come sta adesso, come si è comportato con la sua famiglia e gli attacchi di panico in ospedale

Mihajlovic
Mihajlovic si racconta a Verissimo

Sinisa Mihajlovic ha raccontato come sta andando la sua battaglia contro la leucemia negli studi di Verissimo, ospite di Silvia Toffanin. Stando al suo racconto, tutto sta procedendo per il meglio e il tecnico sta facendo grandissimi passi in avanti. La sua battaglia è iniziata qualche mese fa, quando ci fu l’annuncio da parte sua in conferenza stampa. Da allora, non si è mai arreso. I medici gli hanno sempre consigliato, anche più di una volta, di starsene a riposo. Ma uno come lui è difficile tenerlo a bada. Infatti, più volte si è presentato sul campo per stare vicino ai suoi ragazzi nelle partite più importanti per il Bologna. Ma adesso come sta? Come vanno le cose? L’ha appena raccontato ai microfoni di Verissimo.

Sinisa Mihajlovic | Come sta? Come vanno le cure?

“Per ora sto vincendo la battaglia, anche se devo fare attenzione”. Ne parla così, adesso, Sinisa Mihajlovic, a distanza di qualche mese dall’annuncio della malattia. “Sta andando tutto bene, non sto più prendendo il cortisone e questo è importante. Sono passati 78 giorni dal trapianto di midollo osseo e i primi 100 giorni sono i più critici. Poi dopo è tutto in discesa, bisogna avere pazienza ancora per una ventina di giorni ma superarli sarebbe già un bel traguardo. Sono molto contento, non ci sono state complicazioni gravi e va benissimo così”. Insomma, le sue parole lasciano ben sperare. La situazione è abbastanza delicata, certo, ma con la sua forza d’animo sta affrontando tutte le battaglie e, a quanto pare, le sta anche vincendo. Il cammino è ancora lungo: i medici, come racconta Sinisa, dicono che i primi 100 giorni sono i più difficili ma poi c’è da fare attenzione, comunque.

“Adesso ho ripreso anche ad allenarmi un pochino per tornare in forze, perché dopo 4 mesi senza fare niente e prendendo 17 pastiglie al giorno mi sono un po’ gonfiato”. Il suo percorso è stato abbastanza complicato. Non si è mai lasciato abbattere, ma è stata dura. Infatti, ha ammesso a cuore aperto: “Ho fatto tredici chemioterapie in cinque giorni, ma già dopo il terzo avevano annientato tutto. Il primo ciclo è stato il più pesante, mi sono venuti anche degli attacchi di panico che non avevo mai avuto perché ero chiuso in una stanza con l’aria filtrata: non potevo uscire e stavo impazzendo. Volevo spaccare la finestra con una sedia, poi mia moglie e alcuni infermieri mi hanno fermato, mi hanno fatto una puntura e mi sono calmato. Stavo male ma dovevo dare forza alla mia famiglia perché se mi avessero visto abbattuto sarebbe stato peggio. Cercavo di essere sempre positivo e sorridente, facevo finta di niente per non farli preoccupare. Questa è stata una delle cose più difficili perché non sempre ero al massimo della forma”. La sua famiglia non l’ha mai lasciato solo. Anzi, in particolare sua moglie, si è confermata quella che si può definire una vera e propria guerriera.

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