Fabrizio Magnini, processo anti-doping: condannato a 4 anni di stop

Filippo Magnini e Giorgia Palmas
Filippo Magnini condannato a 4 anni di stop

Filippo Magnini: è arrivata la sentenza del Tribunale di Nado Italia
Il processo che ha coinvolto il nuotatore Filippo Magnini ha appena raggiunto un verdetto. L’atleta, al centro del gossip per la giovane sua storia d’amore con la ex velina Giorgia Palmas, ha ricevuto una brutta notizia per la sua carriera: il Tribunale dell’anti-doping ha decretato la sua colpevolezza con 4 anni di squalifica. Magnini era stato condannato per uso o tentato uso di sostanze dopanti. L’ex fidanzato di Federica Pellegrini rischiava di dover arrestare la sua carriera per ben 8 anni, poiché tanti erano gli anni richiesti dall’accusa. Ma non è ancora finita: lo sportivo potrà ricorrere in un ultimo appello e, se necessario, al Tribunale sportivo di Losanna. Magnini era finito al centro dello scandalo dopo che il suo medico dietologo, Guido Porcellini, era stato accusato di commercio di prodotti dopanti, falso e ricettazione e somministrazione di medicinali deteriorati.

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Filippo Magnini: le sue dichiarazioni prima del verdetto

Lo sportivo, sempre più innamorato follemente della ex naufraga Giorgia Palmas, si era mostrato molto sereno prima del verdetto finale e le sue parole lo confermano. Sono ben 27 gli anni di carriera alle spalle, mai un intoppo o uno scandalo.

Tutti si chiedono se questa sua tranquillità derivi dal suo appagamento sentimentale: dopo continui tira e molla con Federica Pellegrini, pare che il cuore di Magnini stia godendo di un periodo molto felice. Almeno per quanto riguarda l’amore. Purtroppo non è così dal punto di vista della carriera, sebbene il tribunale ordinario penale gli avesse riconosciuto la totale estraneità ai fatti. Secondo lo stesso nuotatore le motivazioni alla base di questa inchiesta sono ben altre:

L’accanimento è stato fatto perché mi chiamo Filippo Magnini e ho sempre lottato contro il doping. Penso di vincere la mia ennesima battaglia“.

Purtroppo così non è stato e per tentare di “vincere” dovrà ricorrere in appello.

F. Ciardi

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