Cos’è la paura e perché non dobbiamo diventarne succubi durante l’emergenza Coronavirus

Cosa succede nel nostro cervello quando abbiamo paura del Coronavirus e ci sembra di non capire più niente?

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Pixabay

L’emergenza Coronavirus in Italia c’è. Inutile negarla e, soprattutto, è anche inutile trascorrere la giornata sui social o sui giornali online leggendo notizie sempre diverse e più allarmanti. Molte persone, dagli influencer ai ben più autorevoli medici hanno infatti invitato la popolazione a seguire, ovviamente, le regole base di igiene, quelle più accurate dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma anche a guardare, leggere ed affidarsi solo a fonti certe. Perché? Perché la paura e la psicosi potrebbero causa quasi più danni del virus stesso.

Cos’è la paura?

Ma cos’è la paura? Si tratta di una emozione, al pare di tristezza, rabbia o gioia. Si tratta di una emozione che provano tutti gli esseri viventi, animali compresi e che spesso, se non controllata, può portarci ad avere reazioni esagerate o impedirci di fare delle cose belle e piacevoli. In questi giorni in cui le notizie allarmistiche sulla diffusione del Coronavirus stanno dilagando, forse più del virus stesso, la paura sta attanagliando chiunque. Anche coloro che sono considerati meno allarmistici di altri. In linea generale la paura non è negativa: spesso ci aiuta a percepire situazioni di pericolo da evitare, ma quando è sproporzionata può diventare pericolosa. Una giusta dose di paura è una reazione ovvia al pericolo, quindi è considerata positiva perché nasconde un valore adattivo enorme ed è una emozione legata alla nostra sicurezza e sopravvivenza. L’evoluzione ha fatto sì che questa emozione abbia la meglio sulle altre in certi contesti, proprio per permetterci di sopravvivere.

Le 5 fasi in cui iniziamo a capire di avere paura

Cosa però ci fa percepire una situazione come pericolosa?  Il nostro organismo analizza la minaccia in base a diversi fattori quindi, non è oggettivamente uguale per tutti, anzi. Basti pensare agli sport estremi, c’è chi li percepisce come interessanti e stimolanti, chi invece li classifica come rischi potenzialmente pericolosi e paurosi. Gli psicologi sembrano così essersi accordati sul fatto che il nostro organismo valuta qualcosa di nuovo attorno a noi secondo 5 livelli:

  1. novità: se c’è qualcosa di nuovo il nostro organismo si attiva
  2. piacevole o spiacevole: l’organismo valuta se sta vivendo delle emozioni positive o negative legate a questa nuova esperienza
  3. funzionalità rispetto ai bisogni: questa nuova esperienza è utile?
  4. gestibilità della situazione: il nostro organismo valuta l’impatto dello stimolo nuovo sul nostro corpo
  5. compatibilità con le norme sociali: questo nuovo stimolo per il mio stile di vita è utile oppure no.

Una volta capito questo passaggio ci chiediamo cosa succede quando abbiamo paura. Darwin aveva notato come la paura sia spesso anticipata da stupore e che poi tutto il resto del corpo si dedichi solo a questa emozione, dimenticando “quasi” ogni altra funzione. Si chiama Arousal: ed è l’attivazione psicofisica globale basata su segnali elettrici e trasmettitori chimici che interessano il sistema nervoso centrale e quello autonomo, dando il via alla reazione di emergenza.

Cosa succede al nostro cervello quando abbiamo paura?

Il nostro cervello così analizza tutto ciò che ci sta intorno, valutandolo come positivo o negativo e il circuito della paura, collocato nel sistema limbico, si attiva ancora prima di capire quale sia la reale ed eventuale minaccia. Soprattutto l’amigdala pare che sia in grado di riportarci alla mente dei ricordi semplicissimi che però abbiamo imparato a temere. L’ipotalamo invce, dal canto suo, rilascia l’ormone della corticotropina che prepara l’organismo alla lotta o alla fuga. Dopo questa reazione legata al circuito primitivo, per fortuna, arriva il circuito razionale. Il cervello cerca di affinare la reazione agli stimoli. Creiamo una immagin chiara e dettagliata di ciò che ci fa paura e quindi esaminare in modo migliore la nostra decisione. Ci permette di analizzare in modo sofisticato le informazioni e analizzare in modo più razionale le possibilità e le opzioni legati ad una paura specifica. Infine entra in gioco il circuito conscio, parzialmente sconosciuti, che pare abbia la capacità di farci scegliere tra le varie opzioni proposte dal nostro circuito razionale. Scatta l’autoconsapevolezza, quindi la coscienza di provare paura e può arrestare la reazione alla fuga.

Come reagire al timore del Coronavirus in Italia

Insomma. La paura inconscia e folle, quella dell’arousal, per via dell’arrivo anche in Italia del Coronavirus, ci sta. L’abbiamo provata tutti. Tutti hanno pensato di fare incetta di gel igenizzante per le mani o scorte di cibo al supermercato come se fossimo davanti all’Apocalisse. Tutti magari avranno avuto un’istintiva paura nei confronti dei cinesi. Va bene così. Succede e dobbiamo ringraziare in qualche modo il nostro corpo perché ci fa tenere sempre sull’attenti. Ma ora è il momento di far scendere in campo i supereroi. Infiliamoci nella Bat-Caverna, indossiamo il nostro costume da battaglia e azioniamo il circuito conscio. Lasciamo che la razionalità ci ponga davanti ai dati certi e concreti legati al Coronavirus, analizziamoli e scegliamo la cosa migliore per noi. Che sia mettersi in quarantena (scelta ricordiamo obbligatoria per chi proviene da aree a rischio), oppure (se in salute) continuare ad andare in ufficio o in palestra ove possibile, seguendo chiaramente le norme sanitarie di base.

 

 

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