Coronavirus, paura di uscire di casa: scatta la Sindrome della Capanna, sintomi e cosa fare

L’allarme degli psicologi sulla Sindrome della Capanna: cos’è e come si manifesta.

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Paura di uscire – Pixabay

Se qualche mese fa ci avessero chiesto cosa desideravamo di più, probabilmente tutti avremmo risposto “uscire”. Ora però che possiamo iniziare a farlo e che ci stiamo lentamente riappropriando delle nostre vite, quasi ne abbiamo paura. Non abbiamo poi così tanta voglia di tornare nel mondo esterno e il motivo è uno: la sindrome da capanna. Sono diversi gli scienziati che ne stanno parlando e altrettanti psicologi stanno invitando la popolazione a non sottovalutare questo problema. Come riporta Il Fatto Quotidiano secondo Roberto Ferri, Presidente della Società Italiana di Psicologia dell’Emergenza, questo sarà un problema collettivo.

Cos’è la sindrome della Capanna?

Se vi state chiedendo in cosa consiste questa sindrome della capanna sappiate che è molto semplice: è paura di uscire. Dopo tutti questi giorni trascorsi in casa, le mura domestiche sono diventate come una sorta di rifugio sicuro. Ci hanno infatti protetto dal virus e dalle minacce esterne. Così ci siamo abituati, chi prima, chi dopo, a stare a casa. Ma alcuni di noi si sono abituati talmente bene che ora fanno fatica a tornare alla normalità. Ossia facciamo fatica a uscire nel mondo. Ci sentivamo sicuri a casa e ora l’idea di tuffarsi nuovamente nel mondo fa paura. Si chiama sindrome della capanna o del prigioniero e pare che oltre 1 milione di italiani ne soffra normalmente. Ora che abbiamo avuto il lockdown per via del Coronavirus, il numero di persone che hanno rilevato questo disturbo è aumentato, andando a colpire anche persone che non avevano mai accusato problemi di questo tipo in passato.

Chi è colpito dalla Sindrome della Capanna?

Le persone colpite da questa Sindrome della Capanna sono le più svariate. C’è chi non si è mai ammalato e ha paura di contrarre il virus. Chi lo ha fatto invece e ha paura di prenderlo nuovamente. Chi si sente in una categoria a rischio ed è terrorizzato. Insomma, tutti. Sempre secondo quanto ha spiegato il dottor Roberto Ferri a ilfattoquotidiano.it spesso sono meccanismi inconsci che si possono esprimere con insonnia e irascibilità soprattutto dopo l’avvio della Fase 2. Anche il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato che questa sindrome della capanna rientra proprio in una situazione di allarme più generale.

Di cosa si ha paura?

Oltre alla paura di ammalarsi si ha paura di contagiare i propri cari, gli amici, la paura di stare in luoghi chiusi e pieni di persone, paura che il mondo fuori non sia più quello che conoscevamo fino a quel momento. Chi sceglie, magari inconsciamente, di rimanere a casa, sceglie una certezza. Sa cosa c’è tra le mura domestiche e si sente al sicuro. Anche se magari non siamo completamente soddisfatti di ciò che ci circonda. Tra le persone che rischiano maggiormente di avere la sindrome della capanna ci sono gli ipocondriaci e coloro che non amano i cambiamenti e sono molto abitudinari. Anche chi soffre di ansia potrebbe avere un disturbo di questo tipo e persino gli anziani, non tanto per la paura di morire, ma per quella di non poter dire addio ai propri cari.

L’ importanza di chiedere aiuto

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Gli psicologi sottolineano quindi come sia importante, ora come ora, chiedere aiuto. Chi si rende conto di avere difficoltà a tornare alla vita di tutti i giorni deve avere la possibilità, oltre che la voglia, di chiedere un supporto psicologico. Per qualche consiglio immediato gli esperti spiegano che chi ha paura e sente di avere un problema con il ritorno alla normalità deve fare dei piccoli passi. Magari uscire solo quando è necessario con le dovute precauzioni, magari accanto a una persona di cui si fida, pronto a soccorrerlo in caso di panico.

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