Cosa significa Aisha, il nome scelto da Silvia Romano

Silvia Romano, tornata in Italia dopo 18 mesi di prigonia, si è convertita all’Islam ed ha scelto il nome di Aisha: ecco cosa significa

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Aisha, cosa significa il nome scelto da Silvia Romano (Fonte: Screen)

Silvia Romano è stata liberata: la volontaria milanese è atterrata ieri intorno alle 14 a Fiumicino. La donna è stata tenuta in prigione circa diciotto mesi, prima in Kenya e poi in Somalia, dove è avvenuto il suo rilascio. La Romano, accolta all’aeroporto dal premier Giuseppe Conte, dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio e dalla sua famiglia, ha dichiarato di stare bene, di non aver subito violenze e di essersi convertita all’Islam. La ragazza, infatti, è atterrata in Italia con la classica tunica indossata dalle donne islamiche. Silvia ha voluto precisare che la conversione alla religione islamica è stata volontaria ed ha preso tale decisione dopo aver letto il Corano in prigione. Il ritorno della Romano in Italia è stato accolto con un giubilo: la sua scarcerazione è stata festeggiata in diverse città italiane, mentre nel suo quartiere hanno addirittura organizzato un flash mob per accogliere la ragazza rapita in Kenya. Silvia adesso cercherà di recuperare il tempo (non volutamente) perso accanto alla famiglia.

Aisha, il nome scelto da Silvia Romano: significato

Silvia Romano, durante il periodo di prigionia in Somalia, ha deciso di convertirsi all’Islam dopo aver letto per intero il Corano. La sua è stata una decisione spontanea e assolutamente non dettata dall’alto. La Romano ha scelto il nome di Aisha. Per chi non conoscesse il significato del nome, di seguito vi spieghiamo la sua origine. Il nome deriva da A’isha bint Abi Bakr, figlia di Abu Bakr, primo califfo dell’Islam. Aisha fu la terza moglie del profeta Maometto, che, dopo la morte della prima moglie Khadija, si sposò diverse volte. Il nome ‘Aisha’ in arabo significa “viva”. La terza moglie di Maometto era ritenuta la favorita del profeta. L’età in cui Aisha sposò Maometto è oggetto di dibattito tra gli studiosi: alcuni ritengono che fu promessa in sposa a sei anni, altri invece a nove. Non è chiaro, inoltre, se il rapporto sia stato consumato alcuni anni dopo, quando la donna raggiunse la piena pubertà. Dalla sua unione con Maometto non nacquero figli, ma il profeta la portava spesso con sé, anche durante le spedizioni militari. Aisha rimase vicina al profeta fino agli ultimi anni della sua vita e molti racconti sulla vita del profeta possono essere ricondotti a lei. Dopo la morte di Maometto, l’ostilità della donna nei confronti del cugino del profeta, Ali, portò alla scissione tra sunniti e sciiti all’interno della comunità musulmana. Aisha trascorse gli ultimi vent’anni della sua vita a Medina, lontana dalla politica, e morì a 62 anni. Secondo molti fonti arabe, Aisha era una donna indipendente e non temeva di rispondere a tono al marito. È stata sicuramente una personalità molto influente nella cultura musulmana e ancora oggi è al centro del dibattito di fronti opposti: da una parte coloro che difendono la pratica delle spose bambine, dall’altro le femministe musulmane che lottano per i propri diritti.

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Silvia, come Aisha, ha dimostrato di essere una donna indipendente, ma soprattutto valorosa. Saper resistere a diciotto mesi di prigionia non è assolutamente facile, eppure la Romano non ha mai perso il sorriso. Il nome scelto dalla volontaria milanese dunque si confa alla sua personalità.
La ragazza è una volontaria dell’associazione Africa Milele Onlus, una piccola organizzazione con sede a Fano che si occupa di progetti di sostegno all’infanzia, e nel villaggio in Kenya aveva creato una “Ludoteca nella Savana”. Il progetto principale dell’associazione è la costruzione di una casa orfanotrofio in grado di ospitare 24 bambini orfani. Il rilascio della Romano è stato festeggiato anche nell’associazione in Kenya.

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