Silvia Toffanin, la confessione inaspettata: “Avevo paura di uscire”

Silvia Toffanin, in una intervista esclusiva al settimanale Grazia, arriva la confessione inaspettata: “Avevo paura di uscire”.

Silvia Toffanin, in una intervista esclusiva al settimanale Grazia, arriva la confessione inaspettata: "Avevo paura di uscire".
Silvia Toffanin, in una intervista esclusiva al settimanale Grazia, arriva la confessione inaspettata: “Avevo paura di uscire”.

Silvia Toffanin è una delle presentatrici televisive più apprezzate dai telespettatori italiani degli ultimi anni. Le sue interviste sono sempre molto intime e profonde, in quanto ha la capacità innata di essere delicata con e sensibile con i vip da lei intervistati. Una qualità che è molto apprezzata e che l’ha portata ad essere un punto fermo del palinsesto televisivo Mediaset con la sua conduzione di Verissimo che dura oramai da moltissimi anni. La moglie di Pier Silvio Berlusconi si è raccontata in una intervista molto intima al settimanale Grazia in edicola domani, giovedì 25 aprile. Qui Silvia ha parlato della sua infanzia e del rapporto con i genitori, facendo emergere dei retroscena della sua vita che nessuno sino ad ora conosceva. Ecco cosa è emerso della vita di Silvia Toffanin da questa lunga intervista.

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Silvia Toffanin la sua confessione: dall’infanzia con i nonni alla paura di uscire fino alla scoperta del mondo

Silvia inizia col raccontare che da piccola guardava il programma televisivo ‘Non è la Rai’ ma non voleva essere come le soubrette che comparivano in tv. Poi la conduttrice entra più nel dettaglio della sua infanzia e dice che l’ha vissuta, insieme alla sua adolescenza, in un paesino in provincia di Vicenza con 3 mila abitanti, che sua madre faceva la bidella ed il suo papà l’operaio. Siccome entrambi i genitori lavoravano, Silvia racconta di aver passato molto della sua prima parte di vita con i nonni che la coinvolgevano nelle loro attività quali Rosario, processioni durante il mese della Madonna, briscole e partite di carte. Dopo di ciò, la Toffanin racconta dei suoi primissimi amori. Qui emerge un aspetto inedito, ovvero la gelosia del padre. “In paese usava che i ragazzi, le comitive di amici citofonassero per dire “scendi”, senza esserci messi d’accordo prima. Rispondeva mio padre, e ogni volta: “Silvia non c’è”. Non mi faceva uscire”. Racconta Silvia che poi ammette che, ogni tanto, il padre la lasciava andare in discoteca, a condizione però che lui la accompagnasse e la aspettasse fuori per tutto il tempo. Poi arrivano i 18 anni e qualcosa cambia: Silvia con i risparmi dei nonni prende un volo e atterra a Roma, incoraggiata sia dalla madre che dal padre. Dopo poi sono arrivati lavori in città come Milano, Parigi, Atene, Londra e Barcellona. Nonostante avesse iniziato a lavorare molto la Toffanin però ammette di sentirsi a disagio nell’ambiente della moda: “Io mi sento sempre un pochino a disagio. Ovunque, anche oggi. Allora avevo paura di tutto, il mio freno o salvezza è stata la paura. Paura di uscire, paura delle menzogne. La mia vita erano lavoro e casa”.

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